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Impressioni d’uso: sgorbie palmari

Dopo le famose raspe punzonate a mano e le sgorbie da scultura, la piccola azienda di Olgiate Molgora (LC) ha messo in produzione una serie di sgorbie palmari la cui caratteristica interessante è il costo  accessibile. Sappiamo tutti che il più grande ostacolo che si frappone fra il principiante e la scultura è il costo degli utensili. Dover acquistare anche il numero minimo di sgorbie per iniziare davvero ad intagliare o scolpire costa e ovviamente induce molti a non tentare nemmeno questa strada. La possibilità di avere un discreto assortimento ad un costo ragionevole ci è sembrato un buon motivo per recensire questo set Made in Italy.

 

Le consuete prove di taglio effettuate senza nemmeno guardare lo stato dell’affilatura, con le sgorbie appena fuori dalla scatola, hanno dato ottimi risultati. Tutte le forme sono risultate perfettamente taglienti senza la presenza di bave o grossolani residui di lavorazione.

 

Le forme disponibili per le sgorbie palmari sono un buon mix tra utensili da sgrossatura e da rifinitura. L’esemplare curvo si usa relativamente poco ma rende possibile l’esecuzione di scavi profondi.

 

Tutte le sgorbie sono realizzate forgiando un tondino di acciaio da 5mm di diametro. La lunghezza complessiva non supera i 18 cm. Ciò le rende facili da riporre e trasportare. Il manico è in faggio non trattato ed ha un buon comfort.

 

Il manico dalla forma affusolata può essere spinto col palmo della mano. Data la lunghezza ridotta della lama il controllo è molto agevole. Il peso contenuto consente di manovrare l’utensile come se fosse una penna per i ritocchi più fini.

 

I pezzi recensiti sono sei e le forme includono: uno scalpello piatto da 10mm, uno obliquo da 10mm, una sgorbia n°7 da 7mm, una sgorbia a V a 60° da 6mm, una sgorbia a cucchiaio n°8 da 8mm ed una sgorbia da pareggio n°4 da 10mm. L’assortimento ci sembra abbastanza completo e, nei limiti delle misure, permette tanto le operazioni di sgrossatura quanto quelle di rifinitura e dettaglio. La sgorbia curva è forse quella che si usa di meno ma in caso di scavi profondi è insostituibile. Tutti gli strumenti sono già dotati di un manico in legno di faggio non trattato ed i taglienti sono affilati e pronti all’uso. Manca una pietra per affilare ma forse è un bene. In base alla nostra esperienza, in genere le pietre presenti nei set sono troppo grezze o troppo sottili e un buon equipaggiamento per l’affilatura, seppur composto da pietre piccole, ha un discreto costo. Per supplire a questa assenza consigliamo ai lettori che ne fossero sprovvisti di acquistare qualche foglio di carta abrasiva da carrozziere (grane 280;400; 800;1200). Incollandoli su un supporto rigido e piatto si ottiene una serie completa al costo di pochi euro. Per la passata finale e la lucidatura si può ricorrere a cuoio e pasta abrasiva da carrozziere come più volte illustrato su queste pagine. Ad ogni modo l’affilatura di fabbrica sulle palmari B&B si presenta lucida e ben fatta. La consueta prova “out of the box”, condotta su toulipier traverso vena, ha sortito un buon effetto. La forma dei taglienti, con il filo un poco bombato al centro e retratto ai lati è buona, ad eccezione della n°4. Abbiamo pertanto dovuto modificarla ed in questo modo è stato possibile saggiare la qualità dell’acciaio. Rispetto alla produzione ordinaria della B&B, il metallo ci è sembrato un poco più tenero. Non così tanto da compromettere la durata del filo ma abbastanza da consigliare l’uso di queste sgorbie per lavori di rifinitura e dettaglio. Date comunque le dimensioni non crediamo che sia possibile impiegarle in modo diverso.

 

Filo giusto e filo sbagliato. La sgorbia n°4 aveva un’affilatura di fabbrica invertita con il filo introflesso. La lavorazione è consistita nell’arretrare gli spigoli (quindi senza perdere nulla in lunghezza) sulle pietre a mano. L’acciaio è risultato compatto ma non durissimo.

 

Acciaio duro o durissimo?
Vi sono due scuole di pensiero al riguardo. Alcuni preferiscono utensili molto duri che richiedono affilature infrequenti. Lo scotto da pagare in questo caso è il maggior tempo da passare sulle pietre per ripristinare il filo. Altri prediligono taglienti meno duri che vanno rinfrescati più spesso ma con tempi molto ridotti. In tutti i casi è necessario che la grana del metallo sia compatta e fine. Solo con questo presupposto è possibile ottenere un filo veramente sottile in grado di recidere nettamente le fibre del legno.

 

I campi d’applicazione delle sgorbie palmari sono in genere la xilografia e la creazione di dettagli. I manici corti le rendono simili a dei bulini e ne facilitano l’uso con una sola mano. Gli esemplari da noi testati si possono manovrare come si farebbe con una penna o un pirografo. La forma affusolata del manico, più consistente sul retro, consente anche un tipo di presa più salda. In questo caso per imprimere la spinta si usa il palmo della mano. Sempre grazie alla lunghezza del manico (10cm su 17cm complessivi circa) è possibile usare un piccolo mazzuolo senza che la testa di quest’ultimo copra la vista del lavoro che si sta eseguendo. Altri ambiti d’uso sono il restauro e il microintaglio ma in realtà non vi è un limite. Questi utensili potrebbero tranquillamente essere usati per la cura dei bonsai come per l’incisione su linoleum o la decorazione di bastoni da passeggio.

 

Un set di sgorbie più piccole e leggere rispetto ai modelli standard si può rivelare un valido aiuto per la rifinitura e la realizzazione dei dettagli più ostici anche su sculture o intagli di dimensioni ordinarie.

 

 

Miniature, modellismo, restauro, xilografia e incisione. I campi di applicazione delle sgorbie palmari sono molteplici le loro dimensioni ridotte guidano la scelta in tutti quei lavori in cui la massima precisione è d’obbligo.

 

 

L’attuale produzione di palmari è composta da 12 forme, disponibili singolarmente oppure in kit da 6, 9 o 12 pezzi.

 

Recensione di: Giacomo Malaspina – Legno Lab

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